L’ALFABETO DELL’ECOMUSEO

Vogliamo tenervi compagnia e solleticare la vostra memoria con l’ ALFABETO DELL’ECOMUSEO.

Ogni due giorni pubblicheremo un post dedicato ad una parola che ci racconta e che inizia con una lettera dell’alfabeto seguendo l’ordine dalla A alla Z!
Noi ne pubblicheremo una, ma poi aspetteremo le vostre idee su cosa quella lettera vi suggerisce pensando al territorio. Potete scrivercelo a info@ecomuseolagorai.eu.

Insieme andremo così a creare un alfabeto che racconta la nostra Comunità! Sarà un cammino immaginario nella realtà dell’Ecomuseo tra ieri ed oggi.

Qui vi riporteremo tutte le lettere svelate..voi intanto potete contribuire con la lettera G cosa vi viene in mente?

A di ASCOLTA LA NATURA!

La colonia estiva che l’Associazione Ecomuseo del Lagorai organizza per bambini e ragazzi dai 3 agli 11 anni.
Giochi, divertimento, attività all’aria aperta, per trascorrere l’estate conoscendo in maniera divertente il territorio in cui viviamo.

B  di BIODIVERSITA’!

Il territorio del Lagorai racchiude infatti una grande varietà di animali, piante funghi e microrganismi che lo rendono unico!

C  di CASTELLALTO!

Il maniero di Castellalto ha origini antiche: le prime notizie risalgono alla fine del XII secolo quando la famiglia dei De Thelvo ne cominciò la sua costruzione. Il castello aveva giurisdizione sui territorio degli attuali comuni di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano.
Dal 1671 divenne proprietà della famiglia Buffa che ne è la proprietaria ancora oggi.
Negli ultimi anni il comune di Telve ha avviato un’importante opera di restauro: una buona del castello è stata così sottratta alla rovina del tempo.
Trovate qui la storia completa del castello
👉http://www.comune.telve.tn.it/content/view/12/30/

D di  “DENTE DE CAN” (o dente di leone per via della forma dentata delle sue foglie) in gergo Taraxacum officinale.

Questa è una pianta erbacea con numerose virtù, nota anche come soffione, tarassaco o cicoria selvatica. Cresce spontaneamente nei campi e prati sino a 2000 metri e costituisce un valido rimedio naturale per alleviare diversi disturbi, soprattutto di tipo digestivo.
Nel nostro territorio viene particolarmente utilizzata in cucina: cruda condita con olio, aceto uova e pancetta; cotta o sotto olio, come antipasto. Una vera delizia per il palato!

E di EZZE!

La malga si colloca in uno degli angoli più selvaggi del Lagorai a circa 1954 metri di quota nell’alta Val di Fregio. Per tutti gli abitanti di Telve di Sopra, dal più grande al più piccino, Ezze rappresenta il vero e proprio luogo del cuore, al punto che nella comunità numerosi sono i modi di dire che sanciscono questo attaccamento, noi ve ne riportiamo qualcuno: “Ede, careto e cargozeto” (Ezze, carro e gerla) per significare quali dovessero essere i valori di un “telvedesorato” sin dalla nascita; ma anche “Ede là entro nostro contento” per indicare che andare in Ezze è una gioia grandissima, rende felici!Se vi siete incuriositi qui avete tutte le informazioni su Malga Ezze https://www.comune.telvedisopra.tn.it/…/Cosa-puo…/Malga-Ezze

F di le FUGAZE che sono una focaccia dolce, tipica della tradizione pasquale del paese di Torcegno. Secondo la tradizione del paese vengono realizzate il Sabato Santo e mangiate dopo il “Gloria”. Negli ultimi anni la Proloco di Torcegno ha voluto recuperare questa antica tradizione proponendone la degustazione dopo la Santa Messa del Sabato Santo.Volete conoscere la ricetta? qui tutte le indicazioni! https://www.unplitrentino.it/news/fugaze-de-traozenProvate anche voi a realizzarle! Sentirete che bontà!

G di  GRANDE GUERRA

Tutte le comunità dell’Ecomuseo del Lagorai ne vennero duramente colpite e i paesi distrutti.
Tra il 1915 e 1918 sulle montagne del nostro Lagorai divamparono atroci i combattimenti tra l’esercito austroungarico e quello italiano: i resti di trincee, baraccamenti e cimeli, ci vogliono raccontare ancora oggi questa profonda ferita. Durante i difficili anni della prima guerra mondiale e precisamente nella notte tra il 17 e 18 settembre 1917, il paese di Carzano divenne il teatro del tentativo dei bersaglieri italiani di sfondare il fronte italoaustriaco in Valsugana. L’episodio è denominato “il fatto di Carzano”.
Cosa successe? 👇
http://comune.carzano.tn.it/index.php/home-page/54

L’Associazione Ecomuseo del Lagorai si occupa di promuovere e patrocinare numerose attività di ricerca e di studio sull’argomento (pubblicazioni, raccolte fotografiche..) e ogni anno vengono realizzate serate ed escursioni grazie alla preziosa collaborazione dell’esperto Luca Girotto. Questa triste pagina della nostra storia non deve essere dimenticata!

H di HERTA MILLER HAUS.
Durante la prima guerra mondiale e precisamente nell’estate del 1915 a circa 2368 mt di quota tra Cima Val Piana e il Bortolo, gli Standschützen del btg.I/102° Auer costruirono un presidio sanitario per medicare i feriti dei primi scontri che avvenivano in zona tra le pattuglie austrungariche e italiane. L’ospedale si dedicò in seguito a curare i soldati messi in quarantena perchè colpiti da tracoma (un’infezione battereologica della cornea e della congiuntiva molto contagiosa tra i soldati per mancanza d’igene e acqua potabile).
Il ricovero era collegato telefonicamente con l’ospedale da campo in località Cadinello.

Ma chi era Herta Miller e perchè il presidio è dedicato a lei?
Herta Miller era una crocerossina e moglie del medico militare che operava in zona, travolta assieme al marito e ad altri soldati da una valanga che si staccò il 13 dicembre 1916 in località Valsolero. Herta riuscì a sopravvivere, ma perse per sempre la ragione. Il marito e altri 96 soldati invece rimasero uccisi. Dopo questo triste episodio i commilitoni dedicarono a lei il presidio sanitario di Valpiana come testimonia la targa che ancora oggi si può leggere sulle sue rovine.

Nel 2013 L’intera struttura dell’ospedale è stata oggetto di un recupero da parte del Comune di Telve e della Soprintendenza dei Beni Archittetonici della Provincia Autonoma di Trento. Durante i lavori è stata liberata dai detriti una stanza adibita probabilmente a cucina dove si possono ammirare i resti di un’antica stufa.

I  di INTRECCI!
Tradizioni, saperi, antichi mestieri che si intrecciano dando vita a straordinari prodotti che raccontano la storia passata.

Con il nocciolo i nostri maestri dell’ecomuseo creano meravigliose ceste e gerle. Con gli intrecci di corda i contadini del passato realizzavano le reti per raccogliere il fieno. Le mani delle donne invece creano Intrecci di fili di lana per produrre meravigliosi vestiti, coperte, calzini.
Queste abilità raccontano la nostra storia, la nostra tradizione.

L di  LEGNO

Un bene prezioso e importantissimo per la sussistenza delle nostre comunità sin dai tempi più antichi.
Per il territorio dell’ecomuseo il corretto utilizzo e la gestione del patrimonio boschivo è sempre stato un elemento importantissimo: erano presenti a sua tutela numerosi articoli già nelle prime carte di regola del trecento che altro nonn erano che i primi statuti con i quali le comunità cercavano di regolamentare l’utilizzo delle proprietà comuni. Qui nasce anche la figura del custode forestale, il “saltero”, che aveva il compito di controllare sulla gestione delle piante e dell’esbosco.
Il legname costituisce, oggi come allora, la principale delle entrate nelle casse comunali. In passato però il legno aveva una funzione e un mercato maggiore rispetto ad oggi, veniva utilizzato maggiornemnte come combustibile e come materiale per la realizzazione di utensili da impiegare nei vari settori della vita lavorativa e della quotidianità.
La pratica dell’esbosco era molto faticosa perchè non era per nulla meccanizzata: segoni, zappin, mazza, cogno facevano parte dell’attrezzatura ordinaria di ogni boscaiolo. Per il trasporto a valle non vi era alcun processore meccanico, bensì ci si affidava alle risine (condotti in legno dove condurre il legname per portarlo a valle), alle teleferiche, alla fluttuazione del legname sul torrente Maso.
Proprio l’abilità di saper fluttuare i tronchi sul Maso lungo la Val Calamento distinse gli abitanti di Carzano che sono soprannominati “paraborattoli” e il lagnero, lo strumento che utilizzavano per il trasporto dei tronchi sul torrente, è riportato nello stemma del comune.
La storia del legno, dell’esbosco è una storia lunga, narra di fatiche, di ingenosità, di tradizione e anche di momenti ricreativi e di felicità. Trovate tutto questo all’interno del museo etnografico del legno di Carzano che dal 2018 in località Marolo (Val Calamento) vuole raccontare e raccogliere le tracce di questa piccola, ma grande storia della comunità.
Vi invitiamo a seguire la pagina Museo Etnografico del legno di Carzano e a visitarlo!

Contribuiamo assieme a creare l’alfabeto dell’ECOMUSEO!

M di MALGHE che impreziosicono i campivpoli del nostro Lagorai.

L’origine dell’alpeggio estivo per gli animali è molto antica, alcune fonti testimoniano che sin dal medioevo vi siano state delle casàre per la lavorazione del latte. Nell’ottocento con l’introduzione delle leggi igeniste, vennero in seguito costruiti i barchi, ovvero le grandi stalle dove poter ospitare gli animali al riparo dalle intemperie e per permettere la corretta concimazione dei pascoli.

Oggi alcune malghe attive in passato non sono più utilizzate e ci rimangono pochi ruderi a testimonianza della storia che fù: è l’esempio di malga Lavoschio (la malga monticata degli abitanti dei Campestrini), di malga Serra, di malga Pertica in val di Fregio. Altre strutture invece hanno cambiato la destinazione d’uso e sono state trasformate in agriturismi o colonie, come malga Ezze, malga Pozza, malga Cere, malga Mendana. Di quest’ultima vogliamo ricordare il detto “..Mendana Mendaneta chi che g’ha na vacca nol ghe la metta..” forse proprio per sottolineare la sua collocazione particolarmente scoscesa.

Le malghe monticate nel territorio dell’Ecomuseo ad oggi sono 9, ed è qui, tra le montagne del Lagorai, che il latte delle mucche viene trasformato in ottimo formaggio, ricotta, burro. Sono prodotti preziosissimi perchè parlano di una storia antica: le ricette vengono tramandate da generazione in generazione!

Nell 2012 è nato a tutela di questa tradizone casearia il presisdio slow food del formaggio di malga del Lagorai.

E infine una curiosità: forse non tutti sanno che il gusto del formaggio cambia da malga a malga a seconda della composizione botanica dei pascoli e della flora microbica locale. A noi è venuta voglia di andare in malga a gustare queste prelibatezze e voi? Speriamo di poterci tornare presto!

E a voi con la lettera M cosa viene in mente?

N come NOCCIOLO

La pianta del Corylus avellana ha un portamento a cespuglio e raggiunge l’altezza massima di 7-8 metri, si trova generalmente in tutto il territorio dell’ecomuseo e i suoi polloni vengono utilizzati per realizzare i cesti.
L’arte dell’intreccio dei legni di nocciolo per creare ceste è una tradizione antica che l’Associazione Ecomuseo del Lagorai ha recuperato grazie alla collaborazione di alcune persone che hanno messo volontariamente a disposizione il loro sapere perchè non venisse dimenticato.
I maestri dell’ecomuseo (Mentore, Fabio, Paolo, Marco, Gianfranco) ci hanno insegnato che i rami di nocciolo da raccogliere per realizzare i cesti, sono i polloni di un anno perchè belli diritti e senza nodi e della dimensione giusta per realizzare le “strisciette” da intrecciare.
La stagione giusta per raccogliere il materiale è il tardo inverno-inizio primavera. Per realizzare un cesto si devono dividere i polloni in striscioline fini e iniziare a intrecciarle una volta definita la forma base. Per avere una maggiore maneggevolezza durante l’intreccio, si consiglia di mettere le striscioline a bagno in acqua calda.

L’arte della creazione dei cesti di nocciolo è tradizione, manualità, magia.

E a voi con la lettera N cosa viene in mente?

O di OASI del WWF di Valtrigona.

Collocata in una valle laterale della Val Calamento, l’oasi, inaugurata nel 1997, si estende per 236 ettari ed è la prima di proprietà del WWF nell’area alpina. La sua peculiarità è fornita dalle numerosissime varietà di flora e fauna presenti per via della particolare variazione climatica esistente tra i 1600 e i 2200 metri di altitudine della sua superficie.
L’oasi è nata per promuovere la tutela dell’ ambiente, la ricerca scientifica e l’attività didattica.
L’area sulla quale si estende comprende due piccoli sottogruppi montuosi, quello di Cima Pastronezze (2182 metri) e di Cima Agnelezza (2234 metri), separati da Forcella Valtrigona a 2112 metri. Incastonato tra queste meraviglie si trova inoltre il laghetto glaciale dell’Agnelezza.
Nel passato la zona di Valtrigona era dedicata al pascolo con due malghe quella di Vatrigona e quella dell’Agnelezza. Oggi queste due strutture sono state ristrutturate e adibite rispettivamente a centro visitatori e a baita per l’appoggio del pastore che nella stagione estiva conduce gli animali in alpeggio. Nello stesso edificio di malga Agnelezza è stato ricavato anche un bivacco, dedicato a Roberto Spagolla, sempre aperto, che offre possibilità di scaldarsi e ripararsi in caso di necessità.
L’Oasi WWF di Valtrigona è raggiungibile esclusivamente a piedi tramite un percorso escursionistico di circa 5 chilometri per 700 metri di dislivello: un viaggio a contatto con i diversi habitat e paesaggi che qui si trovano. La partenza è collocata a malga Valtrighetta (1434 m s.l.l.) e tramite i segnavia del sentiero CAI-SAT n. 374, si raggiunge forcella Valtrigona (2112 m s.l.m.).
Lungo il cammino il visitatore troverà delle bacheche che lo accompagneranno alla scoperta della particolarità naturalistica dell’ambiente in cui si trova.
Il sentiero natura è adatto anche a famiglie con bambini, si raccomanda di indossare un abbigliamento da montagna ed è d’obbligo lasciarsi cullare dalle meraviglie della natura.

L’oasi è aperta nei mesi estivi. Tramite prenotazione al WWF si svolgono anche visite guidate per scuole e gruppi.

E a voi con la lettera O cosa viene in mente?

P di PAESAGGIO, l’elemento alla base della mission di ogni ecomuseo.
Ma che cosa si intende con il termine paesaggio? E’ la percezione sociale, emozionale, personale del territorio che hanno i suoi abitanti. Il paesaggio è un bene comune la cui qualità dipende dall’impegno di tutti e influisce sulla qualità della vita di ogni persona.
A livello europeo nel 2000 è stata firmata una convenzione che oltre a definirne il significato, dispone dei provvedimenti in tema di riconoscimento e tutela che gli stati membri si impegnano ad applicare.

Tutti gli ecomusei del Trentino partecipano ogni anno, assieme a quelli italiani, alla realizzazione della Giornata europea del Paesaggio: si tratta di una giornata dedicata a celebrarlo, ad approfondire con eventi e attività di ricerca, le tematiche che stanno a cuore della comunità.

L’Associazione Ecomuseo del Lagorai ha realizzato tra il 2015 e il 2016 un progetto dedicato allo studio del paesaggio agrario antico del territorio dell’ecomuseo. “Vivere il paesaggio” ha portato alla raccolta di testimonianze e di molte immagini che ci raccontano un territorio diverso, in molti casi oggi dimenticato; un territorio che narra di una vita antica, ma ancora ben radicata nelle nostre tradizioni e nella nostra memoria.
Per saperne di più 👇 https://www.ecomuseolagorai.eu/…/il-paesaggio-agrario-dell…/

E a voi con la lettera P cosa viene in mente?

Q di QUATTRO come le comunità dell’Ecomuseo del Lagorai.

I comuni di Carzano, Telve, Telve di Sopra e Torcegno hanno condiviso una storia comune sin dal medioevo perchè erano sotto la giurisdizione dei signori di Castellalto.
Oltre a condividere la stessa storia, condividono anche le stesse tradizioni e lo stesso territorio.
Per questo motivo nel 2003 è stata creata l’Associazione Ecomuseo del Lagorai con lo scopo di “recuperare, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura e le relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato, promuovendo e attuando progetti di sviluppo locale integrati con le politiche culturali, ambientali, economiche della ricerca e dell’innovazione” (dallo statuto dell’Associazione). L’Associazione ha tra i suoi soci fondatori i comuni di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano e nel consiglio direttivo ci sono i rappresentanti di queste realtà. Nel 2009 è stata approvata una convenzione nell’ambito della quale i quattro comuni destinano delle risorse all’Associazione perchè questa possa portare avanti progetti definiti dai comuni legati alla valorizzazione del territorio.

E a voi con la lettera Q cosa viene in mente?

R di ROCOLO

All’interno del territorio dell’Ecomuseo del Lagorai sin dal medioevo si registra la presenza di queste strutture destinate all’uccellagione. I ròcoli erano delle reti per la cattura degli uccelli che venivano fissate sugli alberi e a volte erano adiacenti a edifici in muratura. Venivano costruiti sui rilievi o sulle creste dove erano soliti transitare gli uccelli migratori.
Di solito si componevano di una struttura in muratura o in legno che era la postazione dell’uccellatore e veniva situata nella parte più alta e completamente nascosta dalla vegetazione. Davanti si trovava un piccolo prato rivolto verso valle dove le piante presenti erano potate in forme rotondeggianti da dove spuntavano i rami spogliati dalle foglie.
L’area dove sorgeva il roccolo era infine formata da abeti, faggi e carpini bianchi che, potati come un pergolato, nascondevano le reti di cattura o uccellande. Il roccolo poteva avere una forma tonda o a ferro di cavallo.
I ròcoli vennero utilizzati sino agli anni sessanta quando le leggi ne vietarono l’utilizzo e regolamentarono la cacciagione.
Vi ricordate dove si trovavano nei nostri quattro comuni? Scrivetecelo qui sotto!

E a voi cosa viene in mente con la lettera R?

S di chiesetta del SASSETTO di Telve di Sopra.
L’edificio si colloca nella parte superiore del paese di Telve di Sopra e risale al 1385. Secondo la tradizione, nelle vicinanze sorgeva una torre di guardia alla strada romana che doveva esserre collegata con il sovrastante Castel San Pietro. Costruita ad opera del maestro muratore Giovanni, è dedicata a San Giovanni Battista. La chiesetta è composta da una sola navata e da una piccola abside di tardo stile romanico, è stata ampliata nel 1520 e decorata con degli affreschi visibili ancora oggi.
Nel 1700 venne ristrutturata, ma dopo la costruziuone dell’attuale chiesa parrocchiale, venne sconsacrata, venduta a privati e trasformata in abitazione. Nel 1922, dopo la morte del proprietario, ritornò alla curia che la riconsacrò nel 1956.

Ma perchè si chiamava chiesa del sassetto? Il nome cuorioso di questa cappella, deriva dalla consuetudine dei visitatori di prendere in ricordo un sassolino della collina calcarea dove è collocata.

E a voi con la lettera S cosa viene in mente?

T di TRADIZIONI

cioè il complesso delle memorie, notizie e testimonianze trasmesse da una generazione all’altra. Gli ecomusei nascono proprio per recuperarle e per permettere che non vengano dimenticate.
La società dei comuni dell’ecomuseo del Lagorai mantenne quasi immutato lo stesso modo di vivere sino agli anni settanta del secolo scorso quando in valle iniziò ad esserci maggiore ricchezza a causa dell’offerta di lavoro in aumento, in particolare nelle fabbriche che stavano nascendo in zona. Le persone abbandonarono così sempre più la vita dedicata all’agricoltura e allevamento per avere alla fine del mese uno stipendio fisso. Tutto questo migliorò le condizioni di vita delle persone e produsse una sorta di cesura tra il modo di vivere di prima e quello che si andava delineando da quel momento. Si voleva dimenticare la vita del passato fatta di stenti e fatica, per concentrarsi su uno stile di vita nuovo che permetteva una vita sicuramente più confortevole. Per tutti questi motivi vi fu l’abbandono di alcuni lavori tradizionali e modi di vivere. Nasceva un nuovo mondo.
Perchè tutto questo non venisse dimenticato, ma soprattutto perchè la sua importanza non passasse in secondo piano, all’interno della comunità dell’ecomuseo sin dagli anni 90, alcune persone si dedicarono alla raccolta di strumenti, documenti, immagini che raccontassero antichi mestieri e tradizioni: è il caso dell’associazione Amici del Museo di Telve e di Tarcisio Trentin. Il loro lavoro ha dato vita a due musei etnografici che raccontano con oggetti, fotografie e documenti la vita del passato. Sono due perle di tradizione: il Museo degli usi e tradizioni telvate a Telve e il Museo etnografico collezione Tarcisio Trentin a Telve di Sopra.
Tarcisio Trentin inoltre ha pubblicato due libri “Diario della Vita”” e l’Eco della Montagna” dove raccoglie parole, strumenti, modi di vivere e di lavorare nel passato.
L’Associazione Ecomuseo del Lagorai promuove corsi di antichi mestieri, ricerche storiche sulla vita e la società dei comuni di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano.
La tradizione rappresenta le nostre radici e deve essere parte attiva della società di oggi e del futuro!

Visita i musei e lasciati cullare dalla tradizione!
Per info:
MUSEO DEGLI USI E TRADIZIONI TELVATE: visite su richiesta chiamando la biblioteca di Telve tel. 0461 766714 – telve@biblio.infotn.it
(anche per gruppi o scolaresche)
MUSEO etnografico collezione e Tarcisio Trentin: visite su richiesta chiamando il comune di Telve di Sopra Tel. 366 6875720
(anche per gruppi o scolaresche)

E a voi con la lettera T cosa viene in mente?

U di l'”URTICA DIOICA”, più comunemente ORTICA o ortìga nel dialetto locale.
E’ una pianta della famiglia delle Urticaceae da sempre conosciuta per le sue innumerevoli proprietà benefiche. In particolare è considerata un’ottima antianemica, vasocostrittrice e ha proprietà emostatiche.
Nelle ricette tradizionali delle nostre nonne le punte venivano usate per fare gli gnocchi, i canederli, ma anche per lavare le bottiglie di vetro, i fiaschi e le damigiane. Una curiosità: il decotto di ortiche si utilizzava per frizionare la testa per non far cadere i capelli!

E a voi con la lettera U cosa viene in mente?

V  di VINI e VIGNETI.
Sin dai tempi antichi nel territorio dell’Ecomuseo del Lagorai e della Valsugana si è diffusa la coltivazione della vite: nota è la sua vocazione per i vitigni bianchi dello Chardonnay.
Quasi tutte le famiglie dedicavano una parte dell’appezzamento del proprio terreno coltivato ai vigneti, generalmente si sceglieva la parte più soleggiata. Il vignale era generalmente costruito su un terrazzamento realizzato con muretti a secco perché spesso collocato su terreni scoscesi e soleggiati a ridosso del Monte Ciolino e in prossimità delle frazioni di Castegnè ed Auseri a Torcegno. Alcuni toponimi narrano proprio di questa trazione come ad esempio località “Vignaleto” (Torcegno) “Vignai” ecc..

Nel corso degli ultimi decenni alcuni imprenditori/agricoltori locali si sono dedicati alla coltivazione dello Chardonnay e Pinot Nero dedicandosi alla creazione di vini e di marchi che raccontano il nostro territorio. Sono le cantine Azienda Vitivinicola Rore, CENCI Trentino e Terre del Lagorai, quest’ultima in particolare ha introdotto la coltivazione del Solaris una varietà di bianco con un’inconfondibile carica aromatica.

Siete pronti per l’assaggio? Gusterete un’eccellenza che racconta passione per la tradizione e fiducia nello sviluppo sostenibile del nostro territorio!

E a voi con la lettera V cosa viene in mente?

Con la lettera Z  “El ZIMON DE ZISTE”!

Si tratta del nome con il quale gli abitanti del luogo definiscono il Monte Ciste (2186 mt) che domina sull’intera Valsugana.
Per raggiungere la cima si può partire da Suerta, Sette Selle, Ezze, Ponte del Salton, Lavoschio. Il sentiero SAT381 che porta in vetta è segnato una volta arrivati in località Larese da Suerta.
Meta ambita in estate come in inverno perché teatro di una classica scialpinistica, il Monte Ciste porta con sé le tracce della Grande Guerra. Dai ruderi di quelli che furono trincee e baraccamenti, oggi possiamo ammirare il meraviglioso paesaggio della catena del Lagorai mentre, con la brezza che sempre soffia in vetta, ci ristoriamo dalla salita. Un’esperienza che vi consigliamo di fare!

Con l’immagine del Lagorai da cima Ciste vogliamo concludere questo viaggio nel nostro alfabeto dell’Ecomuseo. Grazie a tutti voi per la calorosa e preziosa partecipazione. Presto riuniremo il tutto in una pubblicazione che è verrà realizzata grazie a voi!

Con la lettera Z cosa vi viene in mente?

 

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