Resistenze

Storie di uomini, di donne e di montagna

L’associazione Ecomuseo del Lagorai propone quest’anno la settima edizione di rESISTENZE, un festival che ha l’ambizioso obiettivo di aprire le porte del nostro territorio a personaggi significativi del mondo dell’alpinismo, dello spettacolo e dell’editoria che possano arricchire con la loro presenza l’offerta culturale nei nostri piccoli paesi.

Il titolo rESISTENZE appare significativo: mira, infatti, a raccontare storie di uomini, di donne e di montagna, luogo dove spesso esistere significa anche r-esistere.

RESISTENZE 2025 porterà nella nostra valle una quotata alpinista, un autore tra i più amati dal pubblico, uno spettacolo teatrale e un film documentario di un famoso scrittore.

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GIOVEDÌ 3 LUGLIO ORE 20.30

Carzano, parco di Villa Buffa

TAMARA LUNGER

IO E IL GHIACCIO: FRAGILE E FORTE ALLO STESSO TEMPO

Nel 2020 Tamara si reca in Pakistan con Simone Moro, suo mentore e compagno di scalate di lunga data, con un grande sogno in comune: attraversare il Gasherbrum 1 e il Gasherbrum 2. Ma dopo soli 18 giorni, la spedizione viene interrotta a causa di una caduta in un crepaccio sul ghiacciaio fratturato. Tamara perde la sensibilità della mano sinistra e torna a casa insoddisfatta, delusa e frustrata. Dopo un anno, però, sente nuovamente il desiderio di partire per una spedizione e questa volta si reca alla “sua montagna”, il K2, insieme ad Alex Gavan, un nuovo compagno di cordata.

È l’unico 8000 ancora inviolato in inverno. La aspetta la spedizione più difficile della sua carriera, una tragedia in cui cinque amici perdono la vita. Tra loro c’è anche JP Mohr, che per lei è più di un amico. Questo evento la segna profondamente, sia dal punto di vista fisico che mentale, e da allora inizia per lei una nuova spedizione che la porta non piú sulle vette più alte del mondo, ma nel suo Io più profondo.

2

VENERDI’ 4 LUGLIO ORE 20.30

Telve, parco Steimayr

FRANCESCO VIDOTTO
ONESTO

Andrea Sommavilla, responsabile Biblioteca di Borgo Valsugana, dialoga con l’autore.

Guido Contin detto Cognac abita tra i boschi del Cadore. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l’incontro con Celeste, la guerra, la morte e l’amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende straordinarie. Nella sua semplicità, Onesto ci rivela qualcosa di universale:
“in molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario. Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l’incertezza, i problemi, le soluzioni, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo”.
Con la storia di Onesto, Santo e Celeste Francesco Vidotto ci emoziona, ci commuove, ci accompagna in alto, dove l’aria è sottile e ci si sentiamo intimamente rinnovati, capaci di guardare la vita con occhi nuovi.

3

SABATO 5 LUGLIO ORE 17.30

Telve di Sopra, località Fratte

(S)LEGATI

DI E CON JACOPO BICOCCHI E MATTIA FABRIS

L’incredibile storia degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates è la storia di un sogno ambizioso: essere i primi al mondo a scalare la parete ovest del Siula Grande sulle Ande Peruviane. Ma è anche la storia di un amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi. La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna. C’è dunque una cima da raggiungere. C’è la estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita. E infine, quando la strada è ormai in discesa, c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. E c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre. Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni. È la storia di un miracolo.

4

DOMENICA 6 LUGLIO ORE 20.30

Torcegno, casa dell’Ecomuseo

FIORE MIO

film-documentario scritto, diretto e interpretato da PAOLO COGNETTI

Paolo Cognetti ci accompagna sul Monte Rosa, la montagna che ama di più. Fiore mio è un appassionato racconto di montagna fatto di immagini di grande bellezza, silenzi, natura, solitudini e di incontri con chi la montagna l’ha fatta diventare casa sua, per scelta o per casualità. Facciamo così la conoscenza con Remigio, Arturo, Marta, Sete, Corinne, Mia, che ci raccontano che senso abbia per loro il vivere in montagna Accompagnato dall’inseparabile cane Laki, Cognetti ci mostra la maestosità della montagna e allo stesso tempo ne svela la fragilità di fronte a fenomeni come il cambiamento climatico. In questo film ciò che prevale è la disposizione all’ascolto che, non a caso, apre e chiude il film consentendo ai suoni della Natura di occupare tutto il campo uditivo. E l’ascolto della natura è la pratica a cui Cognetti invita tutti con questo documentario, che della montagna condivide l’essenza lenta e meditativa, ma anche qualche sprazzo di quella piccola o grande sorpresa che può celarsi dietro una roccia o una curva del sentiero, riempiendo lo sguardo del camminatore di autentica meraviglia. Proprio come un fiore di montagna.

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